Sulla morte di Mario Paciolla, nonostante siano già passati quasi due anni, aleggia ancora una fitta coltre di mistero. Il collaboratore ONU era stato ritrovato impiccato nella sua casa di San Vicente del Caguan in Colombia lo scorso 20 luglio e sia l’organizzazione internazionale che le autorità colombiane avevano subito bollato la morte come un semplice caso di suicidio. Gli amici e i familiari, dopo che avevano notato il ragazzo napoletano molto agitato nei giorni precedenti, non si sono però arresi e, vista la presenza di molti elementi dubbiosi, hanno ottenuto una nuova autopsia in Italia che ha evidenziato come i segni sul collo del giovane napoletano non potevano essere congrui con il lenzuolo con cui era appeso e che le tracce di sangue presenti nella sua casa erano troppe rispetto ai tagli che aveva sul corpo. A questo vanno aggiunti, inoltre, i tanti errori di procedura (voluti o meno) con cui la polizia ha ispezionato la scena del crimine e la contaminazione delle prove avvenuta da parte del capo della sicurezza della missione ONU, il quale avrebbe portato via alcuni oggetti appartenenti al ragazzo napoletano. Speriamo che le autorità, che stanno proseguendo le indagini, riescano a far luce sulla morte del nostro connazionale e che i media mostrino interesse in questo ennesimo omicidio insoluto verso il quale finora c’è stato, incredibilmente, uno scarso interesse.